L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il reclutamento del personale solleva questioni etiche e legali.
Essere scartati durante un colloquio di lavoro da un’Intelligenza Artificiale (IA) è una realtà sempre più diffusa, ma solleva questioni etiche e legali a causa dei bias e dei pregiudizi che possono influire sulla scelta dei candidati.
Per superare un colloquio con l’IA, sarà necessario prepararsi adeguatamente e fare attenzione all’abbigliamento e alla connessione, ma anche adottare alcune tattiche specifiche.
Durante il colloquio, i candidati rispondono a domande pre-registrate, mentre il software analizza le loro abilità e caratteristiche per valutarli in base alle skill richieste per il lavoro. Tuttavia, esiste la possibilità di sfruttare le debolezze dell’IA a proprio vantaggio.
Come funziona un colloquio con intelligenza artificiale
Durante il colloquio, i candidati devono sedersi di fronte al computer e rispondere a domande che appaiono sullo schermo, che possono essere sia scritte che pre-registrate dal datore di lavoro. Ogni domanda ha un limite di tempo di solito poco più di un minuto, dopodiché il candidato deve cliccare “invia” e attendere che l’IA elabori il suo giudizio prima di inviarlo agli uffici centrali.
Il software analizza le abilità, i tratti specifici e le caratteristiche dei candidati, dando maggior rilievo alle skill necessarie per svolgere in modo efficiente il lavoro proposto. Successivamente, il sistema assegna dei punteggi.
Uno studio condotto negli Stati Uniti nel 2020 ha dimostrato che la tecnologia di analisi facciale sviluppata da Microsoft e IBM ha mostrato un funzionamento migliore su uomini con carnagione più chiara, discriminando le donne, soprattutto se avevano la carnagione più scura.